Domenica 18 aprile, in una splendida giornata di sole, un gruppo di soci, percorrendo la strada da Pont Canavese a Valprato Soana, ha scoperto il Santuario di San Besso m. 2019, con un itinerario
sempre in salita e frequentato all’interno del Parco nazionale del Gran Paradiso, che porta all'omonimo santuario, la cui festa avviene il 10 agosto. La festa di S. Besso è attualmente considerata una delle più importanti tradizioni alpine, ed è una delle più sentite, tanto da prevedere talvolta la partecipazione anche del vescovo d'Ivrea.
Il santuario, votato nel 2015 luogo del cuore F.A.I, è stato costruito appoggiando tutta una fiancata laterale di una roccia monolitica alta circa 60 metri e larga 40, posizionata nel centro dell'anfiteatro culminante nella vetta della Rosa dei Banchi.
Si trova in un luogo di culto molto antico sotto una rupe, detta "Monte Fautenio" che ha rappresentato per secoli un forte legame tra le popolazioni piemontesi e valdostane.
Il luogo infatti è sempre stato di grande importanza strategica, trovandosi sul percorso che unisce la Val di Cogne e il Canavese, battuto già da tempi antichi, il santuario diventa sempre di più uno dei luoghi simbolo della zona, non solo per i pellegrini ed oggi il santuario di San Besso assume un'importanza turistica oltre che religiosa: è infatti meta di escursioni e di diversi percorsi naturalistici tra i monti dell'area.
Per facilitare l'escursionismo nei locali stessi del santuario si può fruire del rifugio alpino Bausano. Con la ristrutturazione più recente, iniziata nell'estate 2020, sono stati rinvenuti diversi elementi artistici come affreschi e pitture che nel tempo erano stati coperti e sono stati rinvenuti alcuni simboli cristiani ed alcune effigie dei vescovi in carica al periodo cui risalgono gli affreschi ad inizio 1800. Poco si conosce di san Besso, tanto che sono moltissime le leggende che ne parlano e lo dipingono a volte come un martire della legione tebea a volte addirittura come un pastore ucciso da altri pastori, a volte come evangelizzatore, come eremita e grande santo taumaturgo, autore di innumerevoli miracoli, protettore dei soldati contro i pericoli della guerra
Al termine della gita una abbondante merenda sinoira ci ha accolto a Campiglia prima del rientro.
Grazie ai coniugi Piera Martinetto e Giovanni Orso Giacone per aver organizzato questo stupenda escursione in questa valle meritevole di essere meglio scoperta e conosciuta
Eligio Alasonatti